METODI PER LA VERIFICA DELL'ACQUA A livello nazionale e comunitario esistono norme ben precise per valutare la qualità dell’acqua e degli ecosistemi. Su apposite tabelle si controllano le soglie limite per ogni parametro. Solo dopo aver confrontato fra loro i risultati delle analisi chimiche, biologiche e microbiologiche si può stabilire l’uso dell’acqua.
Le analisi chimiche Richiedono competenze specifiche e impongono l’uso di un laboratorio ben attrezzato. Dopo aver prelevato un campione d’acqua, si eseguono tutte le analisi chimico-fisiche per verificare, innanzitutto, i parametri “normali” già descritti precedentemente. Quindi si vanno a ricercare possibili sostanze inquinanti con procedure costose e complesse. Il vantaggio delle analisi è quello di accertare con precisione le caratteristiche dell’acqua, valutando la concentrazione di ogni sostanza naturale, nociva o pericolosa.Se si scopre un inquinamento spesso è possibile risalire ai responsabili per il tipo di inquinanti trovati nell’acqua. Infatti, ci sono attività che producono inquinanti particolari collegabili al punto del rilascio. Talora l’inquinamento è subdolo, si verifica in modo saltuario, imprevisto o accidentale. Tipici casi sono, ad esempio: gli scarichi abusivi tossici che agiscono in modo occulto, oppure lo sversamento fortuito di sostanze velenose fuoriuscite da un autobotte incidentato. Se non si agisce in fretta, le sostanze inquinanti possono aver già superato il punto del rilascio ed il tecnico che arriva sul posto non riesce più a raccoglierle per l’analisi.
I metodi biologici Permettono di verificare la qualità degli ecosistemi acquatici e dell’acqua stessa. Utilissimi sono tutti quegli organismi, definiti indicatori biologici che ci possono fornire informazioni circa lo stato di salute generale del loro habitat. Le alghe microscopiche sono le prime forme di vita che vengono prese in considerazione dagli esperti per verificare il grado di compromissione di un corso d’acqua, lago o mare. Fra questi piccolissimi organismi unicellulari esistono specie sensibili all’inquinamento, soprattutto di origine organica (scarichi fognari, liquami zootecnici e fertilizzanti). Quando si rilevano le forme sensibili, le acque saranno di buona qualità, al contrario, se sono presenti solo forme tolleranti, bisogna ricercare le cause del malessere ambientale. Sono sufficienti pochi prelievi all’anno per avere “una radiografia” della storia dell’ambiente acquatico e per poter intervenire. Un gruppo di alghe indicatrici è quello delle Diatomee. Negli ultimi decenni sono diventati d’uso comune diversi metodi per studiare l’ambiente sotto il profilo biologico. Fra questi, l’indice biotico è il più utilizzato ed affianca le analisi chimiche nei campionamenti dei fiumi. Si basa sui macroinvertebrati ovvero, gli organismi di taglia millimetrica e visibili ad occhio nudo che vivono sul fondo dei corsi d’acqua; alcuni strisciano, altri camminano, o si infossano in tane. Ci sono gli erbivori (quelli che mangiano le alghe e le foglie di piante acquatiche), i carnivori (quelli che mangiano gli erbivori) e i detritivori (coloro che si cibano di foglie morte, rametti, masse organiche in decomposizione). Troviamo fra i macroinvertebrati i seguenti gruppi (soprattutto larve con sei zampe), Molluschi (organismi provvisti di conchiglia), Vermi (non possiedono zampe e hanno il corpo allungato) e piccolissimi Crostacei (hanno un numero di zampe da dieci in su e un guscio). Come di calcola l’indice biotico Attraverso apposite schede di rilevamento si annotano tutti i tipi di macroinvertebrati catturati con un retino speciale, che struscia fra la ghiaia del fondo, poi si consulta la tabella ufficiale dell’Indice Biotico da cui si ricava un numero che può andare da 1 a 12.
Più il “voto” è alto (da 8 in su) e migliore sarà il giudizio sul corso d’acqua; la prima classe di qualità corrisponde al giudizio “ambiente non inquinato”.
Per valori tendenti al basso il giudizio man mano peggiora fino al responso “ambiente fortemente inquinato”.
Ai diversi giudizi si associa sempre una biocenosi (glossario) tipica: ovvero, per ambienti puliti sono ben rappresentati i macroinvertebrati sensibili alle minime tracce di inquinamento, per ambienti alterati spariscono i tipi meno tolleranti e prendono il sopravvento quelli un po’ più resistenti. Infine, per ambienti fortemente compromessi, si ritrovano solo macroinvertebrati di pochi tipi, tutti resistentissimi all’inquinamento. Per la loro utilità di sentinella ambientale, i macroinvertebrati sono ottimi “indicatori biologici”.
Esistono anche degli indici fluviali a punteggio, riferiti alle condizioni generali di tutto il corso d’acqua. Si annotano le caratteristiche ambientali delle sponde, del letto e delle zone circostanti. Le caratteristiche sono rilevabili con un po’ di spirito di osservazione. In base all’analisi della fascia fluviale, il giudizio a punti non sarà positivo per un letto fluviale in cui sono presenti:
Un punteggio più alto, al contrario, verrà attribuito ad un fiume con sponde alberate, un alveo ben allagato con tante piante acquatiche emergenti, assenza di schiume, rifiuti e cattivi odori. Le analisi microbiologiche Sono analisi che permettono di verificare la presenza di forme di vita microscopiche nocive per la salute (patogene). Fra i microrganismi patogeni (glossario) ci sono batteri, virus, protozoi, vermi intestinali (glossario) . Tutti gli scarichi urbani e zootecnici contengono microbi derivanti dall’intestino. Potenzialmente tutte le acque interessate da inquinamento fecale sono a rischio di trasmissione malattie, con il pericolo di epidemie (glossario). Come già visto, le acque destinate all’uso potabile non possono avere la benché minima traccia di microrganismi pericolosi, mentre le acque di mari, laghi e fiumi non devono superare precise soglie di concentrazione, pena l’esclusione della balneazione e della pesca. Solitamente, per verificare la carica batterica o per identificare i batteri si filtra un campione d’acqua con una membrana a pori sottilissimi. La membrana viene posta su un terreno di coltura (glossario) e le cellule dopo poche ore si sviluppano raggruppandosi in colonie. Il conteggio delle colonie e il loro tipo fanno decidere sull’uso dell’acqua. Gli scarichi fognari devono confluire nelle vasche dei depuratori dove instancabili microrganismi (batteri, protozoi, crostacei e vermi) depurano e purificano le acque. Una volta liberate di gran parte di sostanze inquinanti e disinfettate, le acque vengono rilasciate nel fiume molto più pulite. |
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