L’istituto Montalcini di Acqui Terme visita i laboratori del Gaslini.
Il prossimo giugno 2017 vede affacciarsi all’Esame di Stato la prima quinta dell’articolazione sanitaria del corso per Periti in Chimica e Biotecnologie attivato presso l’Istituto Tecnico “Rita Levi-Montalcini” di Acqui Terme. “I nostri ragazzi, dovranno scegliere il corso universitario successivo” ci racconta la prof. Roberta Ferrando, insegnante di Scienze Naturali della Scuola. “Per aiutarli nel percorso di orientamento ho pensato che sarebbe stato interessante per loro vedere dal vivo, e non solo sulle brochure, cosa è l’ambiente ospedaliero e da buona genovese ho pensato al Gaslini. Il percorso di conoscenza tra la nostra Scuola e l’Ospedale (IRCCS per la verità) è stato inizialmente burocratico: le domande, le assicurazioni, i permessi, gli accordi ma c’è stata ampia disponibilità da parte della Direzione generale e del dr. Gino Tripodi, responsabile di quanto ruota intorno al Padiglione 15, i laboratori appunto. Ho preparato i miei allievi di quinta e di quarta proponendo loro la storia del Gaslini: volevo che capissero perché questo ospedale è nato, quali fossero le motivazioni sulla nobile scelta del Senatore Gerolamo Gaslini di coniugare l’aiuto al fanciullo, la ricerca e l’ambiente universitario. I miei intenti erano quelli di mostrare ai ragazzi che dietro l’apparentemente semplice lavoro del tecnico di laboratorio c’è un coinvolgimento etico e una responsabilità umana immensa. La provetta che arriva nel bossolo e che viene lavorata e analizzata dalla macchina ha dietro di sé una persona, un bambino in questo caso, una storia ancora da vivere, un futuro in quel momento difficile che deve essere supportato dal tecnico di laboratorio. Gli strumenti che ormai sono parte intrinseca del laboratorio analisi sono sempre macchine che devono essere guidate e interpretate dall’uomo pena un falso risultato che si rifletterebbe sulla vita di una persona.
Il personale che ci ha seguito è stato molto disponibile sia nell’accoglienza sia soprattutto nella spiegazione. In ogni stanza i tecnici hanno raccontato ai ragazzi di cosa si occupano, come svolgono il loro lavoro routinario, quali sono le problematiche che possono insorgere, come si lavora “in urgenza”.
Lo scopo che mi ero prefissa, in accordo con il dirigente della mia scuola Claudio Bruzzone era quello di creare nei ragazzi un potere critico di fronte alla scelta futura perché nel campo sanitario l’etica, la sensibilità, la disponibilità, la passione e la dedizione non devono mai venire meno. Il personale, che ringrazio enormemente, ha mostrato con fatti e con parole quanto volevo che i ragazzi potessero cogliere.”
Nella foto gli studenti delle classi 5L e 4HS dell’Istituto tecnico Rita Levi Montalcini di Acqui Terme con le insegnanti accompagnatrici Roberta Ferrando e Gloria Rovera.
CASCINA MOGGI
Ha compiuto cinquant'anni la “Pet therapy”, con il termine che è stato infatti coniato nel 1961 dal dott. Boris Levinson. I suoi studi, di quasi dieci anni anteriori, dimostrarono come i suoi pazienti, e specialmente i più piccoli, ma anche i giovani, riuscissero a manifestare più facilmente le emozioni, normalmente inespresse, di solito tenute assai celate, se alla presenza del terapeuta si associava quella di un animale. Il che comportava risultati assai significativi: miglioramenti nell’umore, maggior disponibilità alle relazioni interpersonali e, in generale, positive risposte alle terapie. Ma, in fondo, più che una “scoperta”, questo approccio non fa altro che rinnovare una acquisizione del mondo greco antico.
Già Ippocrate, nel IV secolo a.C., prescriveva lunghe cavalcate serali ai suoi malati affetti da insonnia, realizzando così una prescrizione medica priva di effetti collaterali e dandovita, di fatto, all’ippoterapia.
Et in Arcadia ego
Collocato nella città centro zona di una Valle non tanto dissimile.... dall'Arcadia, tra boschi e pascoli, l'Istituto di Istruzione Superiore “Rita Levi Montalcini”, pur “tecnico & professionale” nei suoi indirizzi (ma talora anche “classico e umanistico”...quando occorre, come in questa occasione), ha inaugurato un progetto che - visti gli esiti assai positivi - pare proprio destinato ad un significativo “rinforzo” nel prossimo futuro.
Sotto la supervisione del team formato da alcune insegnanti di sostegno (le prof.sse Mignone, Ferraro e Amato), e dagli educatori specializzati della cooperativa “Crescereinsieme”, ente partner di questa azione, quattro allievi della classi prima, terza e quarta sez. B, son divenuti attori protagonisti della visita didattica all'Azienda Agricola “Cascina Moggi” di Melazzo (fraz. Arzello). E, ancora una volta, l'interazione semplice e spontanea con gli animali ha saputo offrire la possibilità di vivere una bella, gratificante esperienza, oltretutto in un ambito “di campagna”, tranquillo e rilassante.
Cinque “umani” e - sopratutto - molti “non umani” (asini, sei cani, capre, galline, anatre, mucche e vitellini, due tartarughe d’acqua, un gallo, un bardotto, un pony e un gatto) compongono la dotazione di un luogo che ha saputo moltiplicare per mille le capacità di osservazione e tattili, l'autocontrollo, l'ascolto e la gestione delle emozioni, la comunicazione non verbale, la socializzazione...
Con ulteriori (e proficue) ricadute nel lavoro in aula: e ciò è accaduto quando gli allievi sono stati invitati alle attività di verbalizzazione dell'esperienza, orale e scritta, con disegni e slide, per rivivere momenti che han saputo “in diretta” suscitare gioia ed entusiasmo.
Quasi il don della parola
“L’interazione uomo-animale è imprescindibilmente legata a una sorta di empatia, ad una comunicazione, spesso ripagata dalla gratificazione scaturita dalla reciproca soddisfazione emotiva. Così l’animale, privo di giudizi e pregiudizi (che bella lezione...), è capace di restituire, sempre e comunque, affettività e benefiche sensazioni. Il suo ruolo di “catalizzatore” del cambiamento, di “facilitatore”, favorisce la riattivazione di canali sensoriali ed emozionali profondi, e il recupero di motivazioni e abilità sociali”.
Il che ci fa ricordare il poema satirico (postumo e fortunatissimo) di Giambattista Casti (1724-1801), certo del secolo XVIII un minore, dedicato a Gli animali parlanti. E anche uno dei protagonisti di quell'opera: il Cane. “Lungo pel, muso nero, e occhio rosso” che “avea per altro il don della parola”.
Ecco, allora, quasi un capovolgimento delle qualità tra umani e animali. Con questi ultimi “specialisti” di una particolare facondia. Opportuno anche rammentare la storia di Agnolo (nomina sunt consequentia rerum...) Fiorenzuola, che giovane si immerse, a Siena, ad inizio Cinquecento - così lui dice - nell' “asinino studio delle leggi”. E poi, ricorrendo ad una tradizione che risale indietro sino ad Esopo, si cimentò nell'allegorico e sottil libro de I discorsi degli animali.
Che, invece, i quattro studenti RLM, “al settimo cielo”, han potuto proprio tanto apprezzare... in un'oasi naturale alle porte di Acqui.
Giornata Europea della Cultura Ebraica
Giornata Europea della Cultura Ebraica
Una lezione dedicata alla lingua ed ai dialetti ebraici tenuta
dal prof. Alberto Cavaglion
Una folta rappresentanza delle classi quinte dell’IIS “Rita Levi Montalcini” ha partecipato, nella mattina di venerdì 16 settembre, alla lezione dedicata a Lingua e dialetti ebraici tenuta dal prof. Alberto Cavaglion presso la Sala Belle Epoque delle Nuove Terme.
L’appuntamento era organizzato nell’ambito delle iniziative della Giornata Europea della Cultura Ebraica, allestite in 74 città d’Italia, tra cui la nostra Acqui.Una folta rappresentanza delle classi quinte dell’IIS “Rita Levi Montalcini” ha partecipato, nella mattina di venerdì 16 settembre, alla lezione dedicata a Lingua e dialetti ebraici tenuta dal prof. Alberto Cavaglion presso la Sala Belle Epoque delle Nuove Terme.
Perché una giornata della Cultura Ebraica
Per seguire le tracce di Erodoto, di un uomo
e giramondo (per lui il Mediterraneo), del V secolo a.C., capace di narrazioni storiche contraddistinte da un positivo relativismo culturale, cioè dalla volontà di conoscere, e non di giudicare, e di andare oltre gli stereotipi. E questo a cominciare dalle scuole, - e speriamo - per giungere nella intera nostra società.
Controbilanciando quelle assurde “chiusure” che, ogni tanto, purtroppo, sono rilevabili nel mondo.
La conferenza
Da Augusto Monti - ovvero dai Sansossì, dalle Storie di Papà, il capitolo quello del savio Natano monferrino, anzi dell'acquese Isaia Debenedetti detto Graziadio, a ricordare anche Nathan, modello di saggezza in Lessing. E prima di lui in Boccaccio.
A Primo Levi (quello del Sistema periodico, con particolari riferimenti all'elemento/racconto Argon, nel cui ambito son ricordate le figure di antenati, talora bizzarri, comici, generosi, ma anche con ossessioni che rivelano un che di maniacale). Senza dimenticare Umberto Saba, Felice Momigliano (che per passione socialista e tragica conclusione della vita, sarebbe da avvicinare al nostro Raffaele Ottolenghi), Benvenuto Terracini, e Arturo Carlo Jemolo con Natalia Ginzburg.
Dal toponimo francese di Cavajon, centro vicino all'Avignone dei Papi. Al ghetto d'Acqui, ad Usseglio, a Casale, a Saluzzo, a Bene Vagienna e Cuneo, dove in questo autunno sarà inaugurata una Biblioteca di scrittori ebrei piemontesi....
Dai piccoli esercizi commerciali, dagli ingegnosi artifici dei commessi che combinano, anche nel quotidiano, un po' come nella cabbala, lettere e numeri; e dal loro esclusivo gergo, vera e propria microlingua, comune a sole poche centinaia di persone, che tenacemente, insospettabile esempio di “resistenza”, vien tramandato ai figli (e passa anche nei “dialetti” altri del luogo).
All'artificio retorico dell'interie-zione bahalòm [letteralmente: in sogno] che rovescia, smentendolo, tutto quello che finora è stato affermato.
Dalle figure guida del Bòrba e della Magna nella famiglia ebraica (ecco Bòrba Moisìn, lo zio Mosè; e la Magna Bigàia/Abigaille di Primo Levi), ai barbetti, agli “ebrei frusti” e al quaderno di scuola 1822 di Emanuele Levi (per una letteratura, in certo modo ribelle, che insegna a vedere il mondo dalla parte del povero).
Per passare a considerazioni su Memoria e Oblio (non sempre colpevole, ricordando anche Martin Buber...). Per finire con i riti, e quei digiuni che fan vedere le traveggole, “ch'i'n fan vegghe 'l fiorette”, per dirla ancora con il Graziadio di Augusto Monti.
E, così, il cerchio si chiude.
Queste le coordinate della lezione, libera e assai rapsodica, una sorta di improvviso, che Alberto Cavaglion (studioso di Ebraismo e professore dell'università di Firenze) ha tenuto, la mattina di venerdì 16 settembre, al cospetto di alcune classi quinte degli Istituti Superiori acquesi, nella sala Belle Epoque delle Nuove Terme.
Del resto era uno shofar, il corno di montone - da cui escono, a mo' di note, yiddish, ladino, bagitto, marathi, ebraico piemontese e una dozzina abbondante di altri dialetti - l'insegna della Giornata della Cultura Ebraica 2016. Nel cui ambito l'appuntamento acquese (omologo delle manifestazioni che si son tenute in altre 73 città italiane, grandi e piccole) era organizzato. Da noi in collaborazione con Municipio, Acqui Storia, Villa Ottolenghi e con i patrocini di tutti gli istituti scolastici acquesi, e poi di Archicultura, Centro Galliano, Meic e Cavalieri di San Guido.
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C'era, con Luisa Rapetti, già dirigente scolastico del RLM., anche il Sindaco Enrico Bertero ad introdurre l'incontro.
Ma c'era, soprattutto, palpabile, nell'ora abbondante di racconti e aneddoti, la restituzione di un particolare modo di avvicinarsi al mondo. Di una prospettiva diversa dal solito.
E, poiché niente è più serio dei sogni, ecco presto realizzato un difficile e noioso viaggio andata e ritorno per il paese di Argon... bahalòm.
G.Sa