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il vino nell'antichità

 

 

Il vino si diffuse in due zone principali: nella zona centro-nord europea e nella fascia mediterranea compresa la sponda africana. La nascita del vino ha origine con l'uomo primitivo che non solo dovette riconoscere e selezionare diversi tipi di vite selvatica, ma apprendere, con la pratica di molte stagioni, le buone regole per passare dai vini di caratteristiche acetiche a quello di virtù costanti e tali da poter essere riconosciuti dai vini di altre regioni.La fascia del vino ha le sue origini nel Medio Oriente, si sviluppò nei territori in cui fu più facile da coltivare, e cioè nella penisola ellenica, in quella italica, e lungo le rive del Nordafrica. Il ruolo più importante nella diffusione della vite e del vino spetta agli antichi romani; essi fanno conoscere la pianta e la bevanda ovunque essi arrivano. Nei momenti di inattività bellica il legionario ha l'obbligo di trasformarsi in agricoltore e di impiantare vigneti nei dintorni dell'accampamento. L'importanza del vino nella vita quotidiana dei romani e degli italici in genere viene anche confermata dalla legislazione e delle pratiche religiose.

Le domande poste maggiormente sono queste: quale sapore avevano i vini di allora? Si sa con certezza che il gusto di tutti gli alimenti cambia in continuazione per l'evoluzione della specie (con il passare del tempo) e per l'uso di nuove lavorazioni. Il nostro vino attuale è quasi sempre un prodotto di laboratorio, dovuto all'abilità dell'enologo. I criteri addottati dai romani erano completamente opposti a quelli attuali, la conservazione avveniva al caldo, speso in solaio vicino alle canne fumarie così da ottenere dei vini concentrati per l'evaporazione.Spesso veniva conservato in anfore di creta o barili di legno che favorivano la traspirazione. Il vino, al momento del consumo, veniva allungato con acqua spesso anche di mare; i difetti dovuti alla cattiva conservazione si manifestavano con l'aggiunta di materie diverse: il più utilizzato era il miele, con cui si preparava il mulsium (idromele). Anche il Cristianesimo contribuì alla diffusione del vino dando il carattere divino alla bevanda rendendola bevanda sacra; si svilupparono delle coltivazioni di viti anche nei monasteri e la successiva produzione del vino.