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GEOLOGIA

le rocce

cristalline

Animazione della deriva dei continenti che ha portato alla collisione placche crostali e ha originato la formazione di oceani.

Il massiccio di Valosio rappresenta una porzione di zoccolo continentale antico, emerso in seguito a questi movimenti legati alla dinamica della Terra.

Le rocce cristalline di Vallosi

LE ROCCE PIU’ ANTICHE DELLA PROVINCIA DI ALESSANDRIA

 

In auto, appena superata la frazione Vallosi e procedendo verso Piazza, appare una parete rocciosa semiverticale alla quale non si darebbe grande peso se non fosse per la curva secca che obbliga a sterzare vigorosamente arrivandone a ridosso.

I geologi, invece, conoscono la frazione di Morbello proprio per queste antichissime rocce, là affioranti.

La loro peculiarità fa sì che vengano distinte sulle carte geologiche con il nome altisonante di "Massiccio di Valosio" (i geologi forse si sono fidati delle carte topografiche che spesso riportano il nome della frazione terminante con la lettera O e con una sola lettera L).

Le vicissitudini delle rocce di fraz. Vallosi sono state molteplici dal punto di vista geologico. Infatti, si tratta di rocce metamorfiche (gneiss) dell’era Paleozoica e di età carbonifera, ovvero di circa 300 milioni di anni fa. Questo fatto costituisce un record per la provincia di Alessandria, tanto che il "massiccio di Valosio" risulta la porzione più antica del nostro territorio. A questo punto, verrebbe spontaneo chiedersi: " come mai queste rocce sono così antiche mentre le rocce dei dintorni, oltre ad essere di ben altra natura, sono anche molto più recenti?

Proviamo ad immaginare rapidamente la loro storia.

 

 

Un geologo in erba alle prese con le rocce cristalline di Vallosi

 

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NASCITA E TRASFORMAZIONE DELLE ROCCE DI VALLOSI

Nel Carbonifero, magmi granitici risalgono dall’interno terrestre e si raffreddano quando sono ancora in profondità: in questo modo, anche in corrispondenza di Vallosi, si va generando il cosiddetto "zoccolo continentale" europeo.

Passano i milioni di anni, l’Italia non esiste ancora, e le rocce di Vallosi subiscono una prima trasformazione diventando rocce metamorfiche in seguito a forze geologiche che le spingono in profondità. Per aumento di temperatura e pressione diventano rocce metamorfiche del tipo gneiss, caratteristiche per i cristalli lamellari e lucenti delle miche.

Si formano le Alpi e anche l’area appenninica fra Liguria e Piemonte si solleva: siamo giunti alla fine del Cretaceo e all’inizio dell’era Terziaria (60 milioni di anni fa). Porzioni della crosta europea si innalzano e raggiungono la superficie, tenendo le loro radici ben in profondità. Anche per il massiccio di Vallosi, come per altri massicci analoghi del settore alpino (ad es.: i vicini massicci di Savona e di Calizzano, gli imponenti massicci dell’Argentera, e del Monte Bianco ecc.) ciò che appare in superficie non è altro che una piccola "punta d’iceberg".

Nella pagina seguente vedremo come le rocce di Vallosi contribuiscano al termalismo acquese.

 

Rocce del Massiccio viste da vicino: si noti la struttura a più livelli (scistosa)

NOTA

Le rocce dei "massicci continentali" si dicono cristalline perché spesso la loro struttura è ricca di cristalli bianchi o trasparenti, duri e compatti, visibili anche ad occhio nudo. Si tratta di quarzo e feldspati, minerali silicatici ricchi si silicio e alluminio, tipici della porzione superficiale della crosta terrestre, ed aventi un basso peso specifico rispetto ai minerali del mantello terrestre.