Uno sperone roccioso

 

 

I CONGLOMERATI

 

Il canyon del rio Gargassa deve la sua spettacolarità al tipo di roccia presente.

Si tratta di conglomerati, rocce sedimentarie facili ad essere incise.

Sono costituite da – clasti -, ovvero ciottoli e massi cementati fra loro dalla forma anche spigolosa. La natura dei clasti è serpentinitica e calcescistica e la loro età è di circa 35 milioni di anni.

La loro formazione risale all’oligocene quando un antico mare padano (il Bacino terziario del Piemonte)  avanzò progressivamente sul continente da nord-est,

 

 

insinuandosi fra le cime montuose emerse in seguito all’orogenesi alpina.

Nella zona in questione, sicuramente erano già emerse le cime costituite da rocce serpentinitiche e calcescisti (M. Tobbio, le Figne, M. Beigua ecc.).  Torrenti impetuosi si gettavano al mare e trasportavano il loro carico di detriti grossolani: sul fondo si formò la coltre dei conglomerati oligocenici.

Particolarmente interessante

 

 

è la stratificazione dei conglomerati, cioè la disposizione spaziale dei ciottoli su piani subparalleli che suggerisce meccanismi di deposizione retti dal flusso dell’acqua.

In pratica, i torrenti che scaricavano al mare   innescavano continue frane sottomarine che a loro volta mettevano in modo correnti torbide di acqua e detriti: ogni evento determinava un strato di torbida con ciottoli disposti secondo precise regole fisiche in base al peso e alla forma dei ciottoli.

 

 

Il mare padano

Uno schema del golfo del mare padano che di insinuava, da nord, fra le cime montuose che attualmente separano il Piemonte dal litorale genovese

 

 

 

La natura dei ciottoli

I clasti possono essere spigolosi o arrotondati, il che ne tradisce un’ usura maggiore.

Sono  in prevalenza serpentiniti e calcescisti,  a dimostrazione che i rilievi più alti, di  natura ofiolitica, fossero già emersi nell’Oligocene.

 

 

A fianco,

Banconi conglomeratici in controluce