Il sentiero del Monte Orsaro

fra calanchi - boschi - antichi mestieri

a cura di Angeletti, Mariscotti, Rizzolo e Zimmermann (IV sez. D)

Il percorso si snoda per circa 10 Km in un paesaggio collinare ove l’opera agricola viene progressivamente sostituita dall’ambiente naturale.

partenza: presso il peso pubblico -appena fuori Pareto in direzione Mioglia - ove è collocato un tabellone informativo del sentiero.

percorrenze: 2 ore a piedi - 1,30 in mountain bike - 2 ore a cavallo.

elementi culturali: il tragitto si presta alla rivisitazione etnografica di antichi mestieri grazie alla presenza di un’antica fornace per la trasformazione della pietra da calce.

I boschi del monte Orsaro richiamano, invece, l’attività della carbonaia (carbuneina) che in passato permise il sostentamento di numerose famiglie.

 

il carbone vegetale

l'antica calciaia

Natura: a caratterizzare il paesaggio compaiono frequentemente versanti a calanchi, colonizzati da ginestra, ginepro e biancospino.

La forte erodibilità è data dalla natura argilloso-marnosa delle formazioni geologiche di natura sedimentaria.

Ove i pendii sono più stabili si dispongono fitti boschi in cui prevalgono la rovere e la roverella, aceri e frassini. Nelle fasce ripariali dei ruscelli si trovano esemplari di ontano accompagnati da salici e pioppi bianchi. Esotica la presenza del pino nero.

 

Pareto

Recupero storico-etnografico: il Centro Didattico di Pareto propone alle scolaresche una ricostruzione storica dei mestieri del carbonaio e del calciaio. Una vita dura, trascorsa nei boschi accanto alle carbuneine: cataste di legname in cui la lenta combustione portava al carbone vegetale; oppure nelle cave di pietra ove veniva estratto il materiale lapideo per la cottura nelle rudimentali fornaci. Storia: l’impianto di Pareto ha impronta medievale dotato di ricetto per le masserizie, diventato in seguito la rocca "degli Spinola". Il controllo del sito garantiva un punto strategico lungo la via carovaniera che dalle Valli Erro e Bormida conduceva in Liguria.

Oltre all’insediamento prettamente militare del castello, esistevano edifici civili per il ricovero dei viaggiatori ed il vettovagliamento dei mercanti.

Fauna: al "Pian dei Grilli" sono possibili diversi spunti naturalistici, non solo per l’endemica comunità di grilli (da cui il toponimo della spaziosa radura), ma anche per la grande varietà di erbe spontanee e la facilità di avvistamento di uccelli. Il birdwatching può essere praticato con soddisfazione; si possono scorgere tanti ospiti del bosco fra cui il raro picchio muratore. Fra i rapaci, molto comuni sono gheppi e poiane; la civetta e l’allocco fra quelli notturni, soprattutto presso i cascinali abbandonati.
Da visitare: portato a termine il trekking, si consiglia una visita a Pareto. Chiesa parrocchiale di S. Pietro di origine romanica, pesantemente trasformata in stile barocco: all’interno belle colonne tuscaniche e all’esterno il portale del fianco destro. Splendida porta tardotrecentesca, antico accesso alla rocca fortificata del paese. Sulle pareti esterne del rimaneggiato castello si notano due frammenti di bassorilievi cinquecenteschi.

l'aspetto collinare