di Andrea Giolitto
- L'itinerario: La soglia calcareo-marnosa sulla quale è arroccato il centro storico di Terzo si nota già dalla Val Bormida. Dal livello della piana la parete delle “Rocche” risale per oltre 100 mt in verticale fin sotto alla secolare Torre, ultimo baluardo di un maniero ormai scomparso.
Il comune ha attrezzato e messo in sicurezza, in collaborazione con il Servizio Forestazione della Regione, un sentiero che permette di superare il salto morfologico delle "Rocche" compiendo una rilassante passeggiata di circa 20min.
Dal muro di cinta del cimitero di Terzo, il percorso si inoltra in un bosco caratterizzato da roverelle e castagni. Esistono più punti panoramici dai quali la vista può spaziare fino alle lontane cime appenniniche edai più vicini colli di Orsara, Morsasco, Melazzo e Castelletto.
-Aspetti naturalistici: camminando con calma si possono apprezzare, nelle varie stagioni, diversi elementi botanici interessanti. In primavera si scorgono con facilità numerosi fiori spontanei, fra cui diverse specie di orchidee selvatiche, in autunno fanno capolino numerosi funghi, fra cui diverse specie mangerecce.
Una volta giunti in basso, lungo la riva della Bormida, si snoda a classica fascia arborea di ripa costituita da salici, pioppi bianchi e qualche raro ontano.
L’itinerario si esaurisce in prossimità della statale percorrendo nell’ultimo tratto l’antica strada che, rasentando il della rocca di Terzo, giungeva ad Acqui. In copertina una vecchia foto di questa strada, erosa dalla forza del fiume.
-La Chiesa di S.Maurizio: questa chiesa è stata segnalata nel medioevo posizionata probabilmente nei pressi dell’attuale. L’antica parrocchiale era dotata di numerose cappelle laterali e di una sacrestia attigua ed era circondata dal cimitero.
L’attuale edificio venne edificato nel 1767 in stile barocco. Conserva interessanti dipinti e un bellissimo organo.
- La Torre: l’imponente e slanciata torre a base scarpata che ancora oggi colpisce chiunque transiti lungo la Val Bormida è ciò che rimane del castello di Terzo, già presente nel decimo secolo, ma ristrutturato fra la fine del Trecento e gli inizi del secolo seguente dalla potente famiglia feudale dei Malaspina.