Voze, al bivio fra la strada che scende a Capo Noli e quella che prosegue nell’entroterra delle Manie, è un piccolo borgo rurale conteso lungamente da Finale e Noli nel 1600.  In Piazza degli Olmi rimane una garitta con inferriata, antico posto di guardia a controllo del transito dei forestieri e valico insuperabile per eventuali appestati. Un pannello rievoca la protezione che seppe fornire, agli abitanti di Noli, la sorveglianza permanente in occasione dell’epidemia del 1630 di manzoniana memoria.

Così la storia feroce e drammatica di un passato lontano si affaccia sull’oggi attraverso i monumenti, le documentazioni di opportune locandine, geometrie ed architetture difensive di torri e di mura poderose, di case addossate le une alla altre ed appollaiate sulla dorsale del monte come per mimetizzarsi, e riparare attraverso finestre sottili come feritoie, gli uomini.

 

I borghi delle Manie: intorno all’asse viario della Iulia Augusta sorsero dei vici, ovvero piccoli nuclei abitativi per il controllo e lo sfruttamento del territorio. Successivamente, in età medioevale, i vici assunsero il ruolo di “ville”, fungendo da fulcro per molti borghi di oggi.

I gruppi di case sparse nella quiete della macchia mediterranea o lungo i versanti a terrazze caratterizzano la zona dell’entroterra finalese. dove l’opera dell’uomo ha saputo incidere sul territorio in modo discreto ed armonico.

Gli scorci ed  i particolari sono sempre di grande impatto emotivo e suscitano tranquillità interiore: un muretto a secco ricoperto di timo profumato, le variopinte facciate dei borghi, le  chiesette isolate, le vedute sul mare in lontananza.

 

 

 

 

 

Voze è un terrazzo sul mare e sullo scoglio di Bergeggi, dà la vertiggine per la grandiosità dello spazio spalancato  sul blu turchino e sul bianco panna della marina appena increspata, indefinita nell’incontro con il cielo limpidissimo.

La attorniano, e riparano, monti segnati da sentierini incrociati come vene che innervano un gigantesco corpo vivente, mentre in lontananza le case sfarinate, nerastre e petrose, sembrano complementi d’arredo.

S’infittiscono, nei paraggi del borgo, le palerie dei vigneti faticosamente strappati ai pendii, come regali estremi di una natura avara costretta, alla fine, a riconoscere le fatiche inenarrabili dell’uomo. Disegnano nuove architetture i filari alti come palizzate, regolari e rettilinei, in contrasto all’anarchia del boschivo che si affaccia tenacemente sulla soglia di strade e borghi, spesso interrompendo spiazzi dove sono in attesa cataste di legna e architetture religiose che accompagnano e tutelano come bomboniere di roccia la vita di sempre, danno al contesto una dimensione di sacralità dimenticata.

 

Da sinistra in alto: casolare nei pressi di Magnone; una casa con portico a Voze; la piazza di Voze; una chiesetta intitolata a S. Sebastiano sulla strada Voze-Magnone.

 

In basso a sinistra:  la garitta del posto di guardia sulla Piazza degli Olmi a Voze.   A destra: il policromo campanile della Parrocchiale di Voze.

 

 

L’arte della pietra: l’utilizzo della roccia è una costante nell’antica tradizione ligure. Le terrazze a secco, i tetti e i muri delle case si fondono nell’ambiente fatto di boschi, di uliveti, di vigne e di orti.

La disponibilità di pregevoli varietà lapidee, dal punto di vista edilizio, ha fornito nei secoli i materiali indispensabili per coabitare con una natura avara di spazi abitativi e produttivi.

I manufatti sono incastonati nel paesaggio con semplicità e senza pretese architettoniche, ma con un gusto impareggiabile per le decorazioni, le finiture cromatiche e la ricerca dei particolari.

Nella zona del finalese, molto utilizzate sono le rocce calcaree di età mesozoica facilmente squadrabili per erigere muri e pareti. Molto utilizzata è anche la cosiddetta “Pietra di Finale” costituita da calcari biocostruiti, giallastri e spesso vacuolari, di età miocenica (terziario).

Nell’erigere i ponti della Val Ponci, gli antichi Romani utilizzarono abbondantemente proprio questa pietra calcareo-arenacea traendola da cave ricavate sul posto.

 

 

Sopra: casa in blocchi di pietra calcarea - Arma delle Manie

 

 

 

 

A fianco da sinistra:  particolare di muro a secco con chiave di rinforzo, casotto per gli attrezzi in un uliveto presso Arma.

 

Sotto da sinistra: la vista sull’isola di Bergeggi da Voze; casolare immerso fra i vigneti-S. Giacomo di Magnone.