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 Il termine

"BISTAGNO"

 

 

 

 

E' molto probabile che derivi da Bistagnum e Bisanium questo perché si riuniscono i due rami della Bormida, quella di Millesimo-Cengio e quella di Spigno, in un punto in cui i due corsi d'acqua subiscono un notevole rallentamento. Ecco qui sorgere l'idea di due stagni che si uniscono, da cui Bis-Stagnum, uno stagno formato in doppio modo; oppure da Bis-Amnium, due volte i fiumi.

 

 

Scorcio delle mura superstiti lungo il fiume Bormida

 

 

notizie

storiche

 

 

Pianta triangolare

della fortezza

 

Alle origini, prima dell'anno Mille, il paese era costituito da uno o più piccoli borghi situati nei pressi del Colle della Santa Croce, a due o tre chilometri della attuale abitato. I borghi furono abbandonati nel 1253 quando la nuova Bistagno fu costruita nella piana del Bormida, sulla roccia del Palliolo, dove gli abitanti dei borghi si trasferirono. Nella storia del paese, un documento importante è certamente quello relativo all'atto di riunione in un unico agglomerato dei borghi esistenti, esso risale al 18 novembre del 1253 e si può considerare la data di nascita dell'attuale Bistagno. La nuova struttura era a pianta triangolare ed era stata fatta costruire da Enrico, vescovo di Acqui Terme, per sbarrare la valle e far fronte alle aggressioni che, per lo più, provenivano dalla Liguria. Insieme al centro storico di Nizza Monferrato, questo concentrico è l’unico dotato di simile struttura  studiata come fortificazione. La base infatti è appoggiata   sulla riva sinistra della Bormida, che è una rupe a perpendicolo sul fiume  rinforzata da mura settecentesche; il vertice sud è costituito dal castello e da una porta, l’ovest dalle due porticine  di Corneta e Rufintoro e le mura stesse  trovano adeguato rinforzo da sei torri dette torgnelle  che avevano un nome: della Margherita, di Ciarina, di Solia, Rotonda ovale, di Ghighe.

Dal 1533 al 1703 in paese appartenne ai Gonzaga, Duchi di Mantova, e quindi passò ai Duchi di Savoia e poi, come d'altronde gran parte del vecchio Piemonte, è stato attivo coartefice dell'unità d'Italia.

Già dal Medioevo, per la felice collocazione  topografica, il paese fu importante centro commerciale dell’Alto Monferrato, con un frequentato mercato settimanale e tre fiere , di San Giovanni, Sant’Orsola e San Donato: quest’ultima conservata ancor oggi.

 

Antiche vasche per il prelievo delle acque sorgive

Le povere

figlie da maridar”

Un delicato caso diplomatico del sec. XVI

 

 

La torre medievale

 

L’opera Pia Cartesio, nasce il 27 giugno 1571, per legato testamentario del Conte Giorgio Della Rovere, di santa memoria, a favore  delle povere figlie da maridar del Comune di Bistagno, di cui il conte era stato feudatario come  i suoi antenati e discendenti.

Poiché i naturali destinatari dell’eredità Rovere erano i cugini del Conte, i Basso di Albissola, questi intentarono una lunga causa contro il Comune di Bistagno  che, per pagare  acconti ai legulei  dovette imporre la tassa ‘dell’equalanza’ a tutti  i contribuenti con il pesante rischio di botte a tutti i consiglieri che si presentarono alle famiglie bistagnesi per la questua.

Il Vescovo di Acqui, che si era impegnato personalmente per il buon esito dell’operazione, e che era il codestinatario di un quarto dell’eredità Cartesio, volle tuttavia  dal sindaco di Bistagno la ‘denominazione  di origine controllata’ per le ‘figlie da maridar ‘ beneficiarie del donativo, ovvero volle  la  attestazione  della loro condizione di ‘tutte da bene’.

La richiesta finì per raffreddare  i rapporti tra Comune e Vescovo e suscitare  ilarità e perplessità tra tutto l’establischment  politico bistagnese che avrebbe dovuto  testare la ‘bontà’ morale delle fanciulle.

Finchè  un ennesimo scontro  tra l’allora sindaco di Ristagno Spingardo Rocco  e l’ex sindaco  Antonio Piazza contro il Vescovo il 13 novembre 1685, fece da detonatore  per risolvere la questione e liberare  la dote .

Furono prelevate 17 stara di grano  dalla masseria Cartesio, senza preavvertire il Vescovo, da parte del sindaco Spingardo, custode  del grano.

Ne seguì l’interdetto su Bistagno da parte del Vescovo (tutte le porte delle chiese rimasero chiuse  ed il paese fu privato di funzioni religiose), l’arresto di Spingardo e di Piazza  al palazzo Ducale di Casale  dove i due si erano recati  per riferire al Duca dei soprusi  subiti da parte del Vescovo, perché correva voce infondata che la masseria Cartesio fosse stata  incendiata dal popolo di Bistagno.

La lite finì con il sopravvento del Vescovo, sia perché i proventi dell’opera Pia Cartesio dovevano aiutare colerosi, disperati ed affamati, sia perché le povere figlie bistagnesi  del quarto di profitto della masseria avrebbero avuto un beneficio …meno essenziale e forse meno meritato dei molti poveri della mensa vescovile.